La Conoscenza e la Difesa del Territorio

Parco delle Cave_Tesoro Amici-Unesco (2010)

Parco delle Cave_Tesoro Amici-Unesco (2010)

Parco delle Cave_Tesoro Amici-Unesco (2010)

IL GRANDE RESPIRO DI MILANO, UN PARCO PER AMICO.
Nel numero di marzo de “Il Rile” mi sono trovato sotto un’imprevista doccia fredda, leggendo l’articolo a piena pagina, a firma Elena Tagliaferri, consigliera di Zona 7, la quale cercava di demolire, punto per punto, l’ articolo “Parco delle Cave: espressione del territorio” pubblicato il mese precedente con le mie considerazioni sulla Commissione Verde e Arredo Urbano del Consiglio di Zona 7, convocata per discutere le problematiche del Parco delle Cave. L’autrice dell’articolo non ha contrapposto, com’è nel suo diritto, le sue tesi in merito. Ha preferito, invece, formulare tutta una serie di pesanti considerazioni nei miei confronti, producendo documentazioni a suo dire “senza ombra di polemica, per il rispetto del suo ruolo istituzionale” ma con l’evidente intento di screditare la mia persona, ma anche chi si riconosce nell’operato dei volontari del Comitato di Salvaguardia Ambiente Zona 7. In ventidue anni di volontariato, in campo ambientale, sociale e culturale, molto onerosi per la mia vita privata ma anche gratificati da riconoscimenti, non mi era ancora capitato di sentirmi “bacchettato” come uno scolaretto disubbidiente. Ho quindi riletto attentamente l’articolo contestato, per cercare di comprendere l’origine di tanto risentimento. In pratica, riscontro che la signora Tagliaferri mi incolpa di avere un’opinione diversa dalla sua, biasimando come “generica, poco analitica, scontata” la mia visione del Parco delle Cave, che avevo definito “espressione del territorio, avvelenato da interessi e da mancanza di dialogo tra le istituzioni”. In particolare, la signora Tagliaferri è risentita per non essere citata tra gli interventi della Commissione, quasi ne fossi obbligato. Quindi, non l’accusa di aver espresso un’opinione negativa nei suoi confronti, bensì quella, sorprendente, di non averla menzionata. Una critica del genere si sminuisce da sola, ma vorrei precisare il motivo, non casuale, di questa mia “dimenticanza”: i luoghi comuni non aiutano a capire le problematiche, per cui ho ritenuto di non menzionare questo breve intervento che, idealizzando una pace (inesistente) tra tutte le associazioni del Parco, è sembrato inconsistente a me e a chi conosce l’attuale clima di conflittualità che si respira nel Parco delle Cave. Anche l’articolo in questione rientra nel clima di aggressive polemiche ben percepibile dopo l’esclusione di ItaliaNostra da ente gestore del Parco e il frazionamento delle convenzioni sul territorio. Le incalzanti bordate proseguono giudicando obsoleti i miei ideali di tutela e rispetto della vocazione originaria, come quelli di chi “si riavvolge sul passato”; quindi la consigliera zonale propone un Parco tutto da riprogettare, in modo “sincrono e sinfonico” con un mondo in trasformazione. Un’analisi che fa sorridere per il conformismo di maniera, ma anche preoccupa. Non si chiede di salvaguardare una perla di grande pregio ambientale, storico e naturalistico, di cui la collettività ha bisogno per ossigenarsi in una una metropoli soffocata dall’inquinamento, bensì, tra le righe, può sembrare quasi che si auspichi un luogo con tante belle attrattive per una escalation di fruizione, anche se Milano ha già parchi attrezzati (Trenno proprio a due passi). Alla signora Tagliaferri, “nel rispetto del suo ruolo istituzionale” rispondo di non considerarmi un vetero conservatore ambientale, ma nemmeno un fautore di montagne di cemento “vista parco”; strade in bitume al posto di quelle sterrate su percorsi secolari che possono essere il segno di una città bimillenaria, rispetto a un Central Park qualsiasi di una città-fungo qualsiasi; chiassosi giochi da Lunapark. Non è dato sapere se a lei potrà piacere la grande festa di fine maggio “Parco in… Comune”, ma per il Comitato di Salvaguardia Ambiente si tratta di un inutile dispendio di risorse, meglio impiegabili per la bonifica di quasi un terzo del Parco precluso alla frequentazione: l’area degradata e meta di spaccio attorno alla Cava Ongari Cerutti. Cemento e Luna Park: pare il titolo di un film… Ma la realtà supera la fantasia e queste fabbriche di inquinamento atmosferico, del suolo, delle acque e per ultimo ma non meno importante, quello acustico, non sono compatibili in un’oasi ambientale miracolosamente sopravvissuta a Milano: una certezza maturata in tanti anni di volontariato “sul campo” nella consapevolezza che “ruoli istituzionali” o meno, la gente ha bisogno prioritariamente di ossigeno e Natura. Non è finita, purtroppo. La signora Tagliaferri afferma di aver compiuto un’approfondita ricerca presso la sede dell’UNESCO a Roma per appurare che il titolo di “Tesoro del Mondo” attribuito al Parco dei Sentieri Interrotti (il comprensorio del Parco delle Cave e Boscoincittà progettato e gestito da ItaliaNostra) è fasullo! Si tratterebbe quindi, secondo le sue indagini, di una falsa attribuzione da parte di una semplice associazione culturale iscritta ai club “Amici dell’UNESCO” che non poteva elargire alcun tipo di riconoscimento. Queste affermazioni mi hanno spinto a compiere una ricerca approfondita in merito, prendendo il tempo necessario per rispondere, perché un argomento tanto delicato merita un’analisi non superficiale. Non possiamo nasconderci che la posta in gioco è alta. Un Parco “Tesoro del Mondo” merita attenzioni straordinarie rispetto ad un parco urbano qualsiasi. Necessita di “ruoli istituzionali” chiari e determinati nella sua difesa, contro business di comodo, affarismi, clientelarismi, carrozzoni lobbistici e conseguenti devastazioni. Nella ricerca della verità ho avuto la fortuna di trovare persone collaborative, incredule che una figura istituzionale impegni energie per demolire un titolo di prestigio, anziché battersi per la sua salvaguardia. Questi gli esiti, che riporto come mi sono stati riferiti. 1) Diversi documenti ufficiali reperiti su siti Internet appartenenti al dominio riportano informazioni che contrastano rispetto a quanto pubblicato sul Rile dalla signora Tagliaferri e rispetto a quanto contenuto nella lettera che lei allega, a firma dell’attuale presidente della federazione italiana dei Club UNESCO, sig.ra Marialuisa Stringa. In particolare, negli atti di un seminario internazionale tenuto a Firenze nel 1994 , pag. 10, a cui la stessa presidente era presente, si legge un passo che evidenzia una realtà di segno totalmente contrario all’affermazione secondo la quale l’UNESCO non avrebbe mai aderito all’Operazione “Amici dei Tesori del Mondo” (ATM o FWT). Inoltre, su un altro document , pagg. 132-133, si precisa che fu proprio la Federazione Mondiale dei Club UNESCO a decentrare, delegando al Club di Padova la Segreteria del programma ATM, durante il seminario internazionale tenuto a Padova nel 1993. Il testo citato prosegue ricordando come la collaborazione tra Operazione ATM/FWT e il Segretariato dell’UNESCO abbia sortito effetti estremamente positivi in numerosi contesti. Il documento è importante poiché testimonia come l’Operazione ATM/FWT sia stata affidata ufficialmente dalla Federazione Mondiale dei Club UNESCO al Club di Padova. 2) Allego una copia fotostatica del messaggio e-mail con cui l’allora Segretario Generale della FMACU-UNESCO, Patrick Gallaud, il 28 novembre 2003 confermava alla Segreteria padovana dell’Operazione ATM, la deliberazione del Congresso Mondiale tenuto a Cipro nel settembre precedente, cioé l’iscrizione nella lista dei Tesori del Mondo di due nuovi Tesori: il Free Software (tesoro immateriale) e il Parco dei Sentieri Interrotti di Milano. Il documento è stato fornito direttamente dal Club UNESCO di Padova e lo stesso testo è pubblicato sul sito web dell’Operazione “Amici dei Tesori del Mondo” . 3) Per quanto riguarda i rapporti che intercorrono tra la Federazione italiana dei Club UNESCO e il Club UNESCO di Padova, la questione ha ben poco rilievo nel contesto internazionale dell’Operazione “Amici dei Tesori del Mondo” dato che questa riguarda la Federazione mondiale dei Club UNESCO, l’UNESCO e quindi la Segreteria dell’operazione ATM, attribuita al Club di Padova. In conclusione, da quanto sopra si evince che il riconoscimento di “Tesoro del Mondo”, conferito dalla Federazione mondiale delle Associazioni, Centri e Club UNESCO (FMACU o WFUCA) al Parco dei Sentieri Interrotti di Milano, durante il Congresso di Cipro del 2003, fu approvato e conferito a tutti gli effetti e in quanto tale resta nel tempo un dato storico ed acquisito per sempre. La motivazione si collega alla miracolosa rinascita di un Parco devastato, con due eventi che ho vissuto in prima linea, assieme a pochi volontari: a) la lotta alla droga, negli anni roventi 1998-99, quando sacrificammo enormi risorse (e permessi lavorativi) per coinvolgere tutte le istituzioni: prefetto, questore, Magistratura, Consiglio comunale, Senato e Parlamento, nel prendere atto che il Parco delle Cave era improvvisamente diventato un supermarket della droga da riportare nella legalità. Lo slogan, mediatico ma efficace, con cui convinsi tutte le associazioni del Parco, era “Parco delle Cave: un parco per amico” per significare l’amore quasi ombelicale che doveva legarci a questo gioiello incredibile in pericolo mortale; b) il secondo evento fu l’inaugurazione del Parco delle Cave nel 2002, che mi coinvolse per sei mesi e che, insieme a Renato Bosoni, intitolammo “Il grande respiro di Milano” a significare l’enorme potenziale che si apriva ad una metropoli grigia, inquinata e cementificata oltre ogni limite. Questi sono i fatti, storicamente legati a fonti precise. Ora ci aspettiamo che la signora Elena Tagliaferri, consigliera di Zona 7, dedichi le sue energie, insieme al Comitato di Salvaguardia Ambiente, per la tutela di questo bene prezioso. Argomenti non mancano: V.A.S. valutazione ambientale strategica di tutti i confini del Parco; recupero del fontanile Marcionino, da eseguirsi rigorosamente, con il ripristino della sorgente; mitigazione dei due imponenti complessi del PII Parco delle Cave con rilievi alberati che si integrino nel paesaggio perturbato; tutela del paesaggio, essendo il PII in questione a ridosso di un percorso di interesse paesistico (art. 40 delle N.T.A. del P.T.C.P); mantenimento di una fascia di rispetto intorno al Parco delle Cave, da concordarsi con il Parco Agricolo Sud Milano, con riferimento alle aree antistanti i laghetti delle cave Ongari-Cerutti, Casati, Aurora e Cabassi. 
Il grande respiro di Milano vale questa battaglia di civiltà.
Massimo de Rigo

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