Gli amici da non dimenticare

Ricordo di Franco Zamboni

Ricordo di Franco Zamboni

Ricordo di Franco Zamboni

Ricordo di Franco Zamboni

Franco Zamboni, socio del CSA Petrarca Onlus, ci ha lasciato lo scorso 28 dicembre, all’ospedale di Cremona dove era ricoverato da tempo per le complicazioni di una polmonite.
Non trovo le parole per descrivere questo grande uomo, non un contadino qualsiasi ma “l’Agricoltore storico del Parco delle Cave” colui che fu l’unico vero salvatore di Cascina Linterno dal degrado, dagli incendi e dalle speculazioni.

La nostra storia comune è nata una domenica mattina nella primavera 1994, quando mia madre mi chiese di poter rivedere il luogo dove, tanti anni prima, aveva conosciuto don Giuseppe Gervasini. Trovammo la sua abitazione trasformata in carrozzeria, ma, nelle vicinanze, una dimora molto degradata in via F.lli Zoia 194, in parte ricoperta da impalcature. Mi chiese di poter prendere un pezzettino di mattone sbriciolato come ricordo e nel momento in cui lo stavo porgendo, come se ci fossimo dati appuntamento, sbucò una figura dal portone centrale che ci chiese il motivo di tanto interesse. Era l’agricoltore, Franco Zamboni, che ascoltò quel ricordo e quindi scrollò il capo dicendoci che ormai quel luogo, che si chiamava Cascina Linterno, non aveva un futuro. Erano pronti tutti i permessi e quindi imminenti le ruspe per sostituirla con un residence di lusso, nonostante fosse stata la dimora agreste di Francesco Petrarca. Zamboni ci fece entrare e gentilmente ci mostrò la chiesetta, indicandoci la posizione di una vecchia targa asportata, che ricordava il prezioso soggiorno del Poeta dal 1353 al 1361. Papà Theo, il figlio Daniele ed io, eravamo estimatori di questo gigante della Cultura occidentale e ci domandammo come fosse possibile uno scempio simile, pianificato ai tempi della “Milano da bere”… Promisi a Zamboni di convocare subito una riunione del nostro agguerrito Comitato di quartiere di Quarto Cagnino e così fu. La sera dopo, il Comitato aveva le idee chiare: tutti noi erano pronti a bloccare la via Fratelli Zoia, a ricoprire la Cascina di manifesti e, se non fosse bastato, a legarci al monumento all’arrivo delle ruspe. Zamboni si diede da fare richiamando all’azione i vecchi compagni di oratorio della Madonna dei Poveri. Contemporaneamente realizzai il logo della nuova Associazione, che chiamammo “Associazione Amici Cascina Linterno” e a cui decidemmo di dare una grafica che richiamasse i colori del logo del Comitato di Quarto Cagnino per dare continuità ad un’azione già consolidata in cinque anni di battaglie civili. Il nuovo logo voleva comunicare la difesa dell’ambiente e della storia: la Cascina e il suo territorio escono dal tondo per uscire dall’oblio del tempo, mentre la “colombina petrarchesca” guarda dall’alto di una nuvoletta… Due vittorie coronarono questa prima fase pionieristica: nel dicembre dello stesso 1994, la Giunta Formentini ritirò questo devastante progetto e all’inizio dell’anno successivo un memorabile Convegno coordinato dai primissimi soci fondatori, spinse l’amministrazione pubblica all’istituzione del Parco delle Cave.

Franco Zamboni fu un pioniere del Parco delle Cave, ne ha disegnato con il suo sudore il prezioso territorio medievale legato a Petrarca e lo ha tramandato a noi. È stato fautore ad oltranza dell’agricoltura biologica, che sfrutta la naturale fertilità del suolo, senza l’uso di fertilizzanti chimici che se apparentemente migliorano la produzione, a tempo debito distruggono l’ambiente. Nelle aree adiacenti alla Cascina (divenuta poi Monumento nazionale vincolato) si sentiva invece l’odore forte del concime organico che riporta a sensazioni di tempi antichi.

Franco era un angelo dalla scorza dura, apparentemente rude ma dal cuore dolce, per questo stavamo bene insieme e ci intendevamo anche senza parlarci. Assieme a Lui, conduttore intrepido e storico della Linterno, mi onoro di essere stato primo socio fondatore dell’Associazione Amici Cascina Linterno.
Entrambi ne fummo espulsi da gente dura di cuore brava a camuffare ambiguità e slealtà in atteggiamenti falsamente bonari.
Entrambi ne condividemmo gli ideali originali ritrovandoci nell’Associazione CSA Petrarca Onlus: salvare la storia e l’agricoltura nel monumento nazionale legato a Petrarca.

Franco, avevo in cuor mio una speranza: mantenere la promessa che ti feci quindici anni fa, in occasione dello sfratto di Cabassi dalla tua Linterno. Ti promisi che saresti rientrato, a testa alta.
Non ci sono riuscito, pur mettendocela tutta, e questo è per me un grande dolore che si unisce al dolore profondo per la tua perdita.
Il CSA Petrarca fu l’unica associazione a chiedere ufficialmente il ritorno dell’Agricoltura alla Linterno.
Protocollò questa richiesta al Comune di Milano più volte. Inutilmente.

Franco, hai chiuso gli occhi senza vedere per l’ultima volta la casa dov’eri cresciuto, da cui tua madre ti accudiva con amore.
Gli uomini dal cuore duro non ti volevano, gli stessi che oggi in modo ipocrita tessono i tuoi elogi postumi, temevano il tuo carattere forte, la tua autorevolezza.

Ora sei nella Luce della Verità, nell’Infinito senza tempo e spero che tu sorrida di queste miserie umane.

Ti ricorderò, caro Franco, guardando i fontanili e le marcite del nostro Parco che hai amorevolmente seguito per tutta una vita.
Sono certo che qui ritroverò la tua anima generosa e schietta.

Che la terra ti sia lieve, amico mio.

Massimo de Rigo e i volontari del CSA Petrarca Onlus.

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